Tempo di fiori
Esposizione nella Sala Comunale d'Arte di Trieste di Piazza Unità dal 24 maggio al 9 giugno 2021
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Esposizione nella Sala Comunale d'Arte di Trieste di Piazza Unità dal 24 maggio al 9 giugno 2021
Esposizione alla Biennale Internazionale della Donna 2021 a Trieste.
I miei acquarelli sono opera di un momento breve di esaltazione per qualcosa di reale, o no, di una memoria, di un sentimento.
La tecnica spesso è d’intralcio: deve essere un supporto non un fine. Ho cercato di spogliarmi di tutte le tecniche e di dipingere in tempi brevi, senza ripensamenti, sull’onda dell’emozione.
Quadro come momento sentito di un giorno qualunque.
"Magia della natura, il colore, figlio della luce si rivela nell’acquarello di Alpina. Lo fa aduggiando tra le trasparenze dell’acqua e gli innocenti acuti della carta, luogo deputato ad accogliere un’emozione, una riflessione, un pensiero."
Luciano Perissinotto"Le composizioni di fiori di Alpina sono ambasciatrici liriche e leggere del mondo vegetale nel greve immaginifico umano"
Dimitri de Pol"Una donna dipinge le donne. Donne scure, mutilate di un misterioso "bianco", un non dipinto che si lascia interpretare."
Gabriella ZianiIl mondo spirituale che Alpina materializza nei sui acquarelli, è quello della malinconia montanara; il sapore dulcamaro dell’esistenza, una tonalità sfumata del vivere tra le brume invernali e l’esplosione cromatica dei fiori; un sentire intenso e fuggevole, un’atmosfera emozionale mobile: la malinconia è un sentimento composito della vita, coessenza di bellezza e dolore, di ebbrezza e caduta, di pienezza e perdita, di forza e di limite umani: una voce del femminile.
Proprio sulla luce si fonda la pittura di Alpina, che avvolge talora le proprie visioni di un’atmosfera perlacea prodotta da un sistema di mobili irridescenze. E la traccia grafica di fondo rimane evidente a dare nervatura all’opera medesima, assegnandole un accenno di volumetria che sembra liquefarsi a contatto con una fonte luminosa vicina.
[…] una pittura che si potrebbe definire di tocco, che promana direttamente dal suo animo di artista sensibilissima e in linea con la ricerca contemporanea, che dal figurativo è riuscita, per gradi, a raggiungere con eleganza, attraverso l’essenzialità, la soglia dell’informale, su cui sembra attestarsi ora il suo linguaggio.
Gli acquarelli di Alpina ci trasportano dentro La luce e oltre la luce. Il colore nasce dalla luce, diviene quasi per incanto forma che scaturisce dal contrasto con le ombre, in continuo movimento. Si dilata, leggero e disinvolto, evanescente, diluito in una dimensione sognante. Poi si concretizza, all’improvviso, trasfigurando la realtà, catturandone l’essenza. Poi si rituffa nella luce. E oltre. […] E’ un mondo in divenire. Sono gli spazi liberi, in espansione. Oltre la luce, l’indefinito e l’indefinibile. […] L’indefinito, il non detto, il non dipinto, non è uno spazio vuoto: è uno spazio in fìeri che chiede di essere scoperto e vissuto insieme. Percorso. Nella dinamica dell’opera, nel suo equilibrio interno, ha lo stesso peso della pennellata.
Così accade che nella suggestiva inquadratura naturalistica respiriamo l’atmosfera e la luce di un attimo, in una natura morta cogliamo la poesia che svapora nell’astrazione, in un fiore ricordiamo la memoria di un profumo, in un volto leggiamo l’intimità dell’anima e in una figura percepiamo la sua tensione esistenziale.
Una sequenza filmografica dal clima venato, che immortala i monti innevati e gli alberi d’alto fusto… e che s’adagia nell’ascolto del passato addossandosi ai muri diroccati o abbracciando con gli occhi velati la casa abbandonata, che ricorda altri abbandoni […]